Elezioni politiche 2018: Governo tregua, lo scenario preferito dalla chiesa

Pubblicato il 12 Marzo 2018 alle 14:15 Autore: Giulia Angeletti
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Elezioni politiche 2018: Governo tregua, lo scenario preferito dalla chiesa

Un “governo di tregua”. E’ questa la ricetta che Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, propone al fine di guarire dai “mali” di questo stallo politico-istituzionale; se non esiste maggioranza e – a giudicare i poli opposti in cui si trovano le due forze politiche prevalenti – neanche nessuna alleanza possibile, il capo del quotidiano della Cei ha ipotizzato uno scenario al fine di superare l’impasse. La Chiesa si è espressa nel giorno in cui però Lega e M5s hanno aperto un dialogo reciproco e il presidente del Pd, Matteo Orfini, ha riconfermato la necessità per i dem di stare all’opposizione.

Elezioni politiche, Avvenire: “Governo utile con programma essenziale”

“Vedo buoni motivi per tornare di corsa alle urne, e ottime ragioni per fare qualcosa di serio prima”, sostiene infatti Tarquinio nel suo articolo. E per “qualcosa di serio” intende “non con una Grande Intesa a forte connotazione politica”; essa si “potrebbe propiziare” solo attraverso “uno spettacolare colpo di scena”, cioè un accordo Di Maio-Salvini. Il giornalista cattolico auspica quindi un “governo utile”, che sia tale “perché di tutti”, ma soprattutto “dall’orizzonte limitato e dal programma essenziale”Che abbia in sostanza lo scopo di lavorare sulla nuova legge elettorale, il welfare e il fisco.

Secondo la sua visione, potrebbe essere “un esito sorprendente se dalla eccitata e violenta campagna elettorale nascesse un governo di tregua“; un esecutivo che, in questo senso, aiuterebbe a “smaltire veleni e tossine masticati, inoculati e accumulati nel corpo vivo del Paese”. “Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Matteo Renzi – continua poi l’articolo sull’Avvenire – sono sfidati a dare un governo utile all’Italia. In sostanza questo significa che su due vincitori insufficienti (Di Maio e Salvini) grava un dovere di iniziativa e reponsabilità del quale devono mostrarsi degni al cospetto dell’opinione pubblica interna e internazionale. Sul grande sconfitto, Renzi, pesa il dovere di non far male ulteriore al proprio partito e di non far male all’Italia”.

Elezioni politiche, Bassetti: “Attuare il bene di tutti”

Recentemente anche il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, aveva parlato del futuro esecutivo facendogli delle richieste ben precise. E cioè, in primo luogo, di “essere totalmente al servizio della gente e di ascoltarla”.

“Chiedo di attuare – ha dichiarato Bassetti – quello che noi anche nella dottrina sociale della Chiesa chiamiamo il bene comune che è il bene di tutti. Avevo raccomandato alla gente più volte  di andare a votare perché avevo paura di un flop e avrebbe voluto dire che la gente era disinteressata e lontana dalla politica. La gente ha votato e per questo ho espresso la mia gioia. Ora sarà il presidente della Repubblica, nella sua sapienza e prudenza, a dare le indicazioni più opportune”. “Di più non posso dire – ha poi concluso il presidente Cei – perché mi sono ripromesso di dare qualche giudizio più specifico durante il Consiglio permanente confrontandomi con gli altri vescovi”.

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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