Elezioni 2018: seggi Rosatellum, come si assegnano e soglia minima di accesso

Pubblicato il 28 Febbraio 2018 alle 18:40 Autore: Giulia Angeletti
elezioni 2018

Elezioni 2018: seggi Rosatellum, come si assegnano e soglia minima di accesso

Questa domenica si terranno le elezioni 2018, ed è utile – viste le novità introdotte con la nuova legge elettorale – fare un breve riassunto su come funziona il Rosatellum; capendo quindi le modalità con cui verranno assegnati i seggi e qual è la soglia minima di accesso. E, soprattutto, è importante capire come si vota e quali sono gli errori da non fare.

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Elezioni 2018, come funziona il Rosatellum

Sappiamo che domenica 4 marzo voteremo per eleggere i nuovi deputati e senatori; in due regioni, Lazio e Lombardia, verranno eletti anche i nuovi amministratori regionali. Il Rosatellum, la nuova legge elettorale, prevede un sistema elettorale misto, sia alla Camera che al Senato della Repubblica; quindi, in entrambi i casi, un terzo dei seggi verrà assegnato con il sistema maggioritario e due terzi con quello proporzionale.

Per quanto riguarda nello specifico il sistema maggioritario, l’elezione è di tipo uninominale; ciò significa che in ogni collegio è presente un solo candidato per ciascuna lista singola o per ciascuna coalizione di liste. L’elettore potrà quindi scegliere se sbarrare il nome scritto a caratteri grandi – il candidato uninominale – o le liste a cui egli è collegato. Si chiama sistema maggioritario perché all’interno del collegio uninominale verrà eletto solo un candidato, ossia colui che avrà ricevuto più preferenze.

Per quanto riguarda invece il sistema proporzionale, l’assegnazione dei seggi sarà fatta in proporzione ai voti ricevuti da ogni lista a livello nazionale; naturalmente tali liste, per potersi vedere assegnati dei seggi, devono superare la soglia minima di voti espressi. L’elettore avrà a disposizione un elenco di liste con i propri simboli e potrà esprimere la sua preferenza tra i vari candidati – da un minimo di due a un massimo di 4 – presenti al fianco di esse; questa ultima è la ragione per cui tale sistema è detto plurinominale. Per quanto riguarda invece le soglie di sbarramento, questa legge prevede che sia al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni di liste.

Elezioni 2018, come si assegnano voti e seggi

Perciò, dopo che a ciascuna lista verrà assegnato un numero di seggi proporzionale ai voti ricevuti , essi saranno poi suddivisi in base alla circoscrizione geografica di riferimento. Per l’elezione dei candidati verrà quindi seguito l’ordine di comparizione in ogni circoscrizione; un ordine stabilito e non modificabile dall’elettore.

Inoltre il Rosatellum dà la possibilità all’elettore di scegliere il candidato uninominale senza dover per forza votare anche la lista, o le liste, e a lui collegate; ad ogni modo quella preferenza espressa si estenderà anche alla lista collegata al candidato. Se poi al candidato uninominale sono collegate più liste, i voti verranno assegnati in proporzione al numero di voti ottenuti dalle liste stesse.

Elezioni 2018, quali errori annullano la scheda

Per quanto riguarda il plurinominale c’è un listino bloccato, quindi non è possibile barrare il nome di un candidato ma solo il simbolo della lista a cui è collegato. Non è permesso nemmeno il voto disgiunto; se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nome del candidato uninominale poi non può tracciarne un altro sul simbolo di una lista che non sostiene quel candidato. Per entrambe le opzione è previsto l’annullamento della scheda; però, c’è da specificare, che la regola del divieto di voto disgiunto non vale per le elezioni amministrative.

Altra importante novità introdotta con questa tornata elettorale – visti i numerosi episodi di voto di scambio – è il tagliando antifrode; ciò significa che l’elettore, quando si recherà al seggio, riceverà una scheda munita di un codice identificativo. Questo, riportato appunto su un tagliando rimovibile, sarà registrato dal presidente di seggio, il quale dovrà poi controllare che tale codice coincida con quello riportato sulla busta chiusa che gli consegnerà l’elettore dopo essere uscito dalla cabina. Fatta questa verifica sempre il presidente di seggio inserirà la scheda nell’urna; il sistema antifrode ha quindi l’obiettivo di dare certezza che la scheda votata dall’elettore sia la stessa che il presidente del seggio gli ha consegnato.

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L'autore: Giulia Angeletti

Giornalista pubblicista classe 1989, laureata in Scienze Politiche, "masterizzata" presso la Business School del Sole 24 Ore, attualmente è addetta stampa e redattrice per Termometro Politico. Affascinata dal mestiere più bello del mondo e frustrata dalla difficoltà di intraprendere più seriamente questa professione, pianifica numerosi "piani B" per poter sbarcare il lunario nel settore della comunicazione. Ama informarsi e leggere, odia avere poco tempo per farlo. Su Twitter è @GiuliaAngelett3
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