Elezioni 2018: risparmiamoci l’antiberlusconismo di ritorno – DAL BLOG

Pubblicato il 16 Gennaio 2018 alle 15:22 Autore: Luca Scaglione
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Elezioni 2018: risparmiamoci l’antiberlusconismo di ritorno – DAL BLOG

Queste prime settimane di campagna elettorale hanno un sapore antico. Sembrano gli spasmi della cosiddetta “seconda repubblica”. All’interno di un sistema partitico cambiato rispetto agli anni novanta, da 5 anni tripolare, permangono ancora alcuni residui di quell’epoca. Di fronte alle divisioni del centrosinistra, ed al granitico blocco pentastellato, la vecchia alleanza di centrodestra, seppur malconcia, sembra essersi ridestata. E con Berlusconi è possibile ritorni anche la sua nemesi: l’antiberlusconismo.

Il ritorno ad un bipolarismo superato

Fratelli d’Italia (fu AN), Lega (fu Lega Nord) ed una compagine d’ispirazione popolare hanno trovato per l’ennesima volta in Forza Italia il collante per mettere in piedi una coalizione. Alleanza che, stando agli ultimi sondaggi, esprime la maggioranza relativa del voto degli italiani. Un ritorno al passato in versione ridotta dopo una stagione politica fatta di larghe intese (Governi Monti e Letta) e tentativi di pacificazione per le riforme istituzionali (Patto del Nazareno).

Il pericolo vero che si scorge dietro alla nuova vita del centrodestra sta nel ritorno a quel clima di tifoserie a confronto che ha caratterizzato gli anni dal 1994 al 2012. Berlusconismo ed antiberlusconismo. Schema in cui il sistema politico e l’opinione pubblica si sono trovati ingabbiati. Il terreno fertile, più che per l’imbarbarimento del discorso pubblico, per il processo di “analfabetizzazione” politica del paese.

La prospettiva bipolare classica è stata oltretutto, nonostante i sistemi elettorali, superata nei paesi di tradizione politica europea (non anglosassone). Da anni in Germania assistiamo a governi di larghe intese. La Spagna sperimenta un frazionamento politico senza precedenti. In Francia alle scorse presidenziali è stato eletto un candidato fuori dagli schieramenti classici della quinta repubblica; che venendo dal PS ha nominato un Primo ministro gollista.

L’evoluzione dell’integrazione europea sembra aver svuotato di senso la frattura classica tra destra e sinistra; creandone una che vede contrapposti partiti con tradizione di governo e movimenti neo-populisti nati fuori dal sistema. Poi, è chiaro che la politica si evolve secondo le caratteristiche di ogni singolo paese.

I danni delle contrapposizioni faziose

Ma in Italia un ritorno alla stagione dei girotondi coi magistrati contrapposti ai fan delle esibizioni di Berlusconi e Apicella sarebbe un segnale molto negativo. Una dimostrazione in controtendenza di incapacità del sistema di superare contrapposizioni ormai esauritesi.

I danni che il bipolarismo farsesco della seconda repubblica ha provocato nell’opinione pubblica italiana sono ancora ben visibili e lungi dall’essere superati: una confusione concettuale tra principi e pratiche politiche di tradizione socialista e liberale; una partecipazione urlata ed improntata alla demonizzazione preventiva dell’avversario; la concentrazione morbosa su questioni e problematiche pre-politiche, ingigantite dall’amplificazione mediatica; il mantenimento di una dicotomia tra destra e sinistra svuotata da una reale possibilità di alternativa politica.

Per queste ragioni peculiari del dibattito pubblico italiano, la prospettiva di un ritorno al penoso confronto tra berlusconismo ed antiberlusconismo rimane in piedi. Questa l’ipotesi più sconfortante che si apre con la campagna elettorale. Non può essere inevitabile. Dobbiamo farne a meno.

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