Flat tax: cos’è e come funziona la proposta del centrodestra

Pubblicato il 9 Gennaio 2018 alle 10:01 Autore: Daniele Sforza
Flat tax

Flat tax: cos’è e come funziona la proposta del centrodestra.

L’introduzione di una flat tax, letteralmente tassa forfettaria, rientra tra le priorità del nuovo programma politico del Centrodestra. Potremo dire che è uno dei punti chiave, se non quello che sta generando maggiori discussioni. Da un lato perché pagare un forfait sull’imponibile senza perdersi in calcoli complessi e con l’abbassamento dell’aliquota attuale è una soluzione che piace a tutti. Dall’altra perché, a conti fatti, rischia comunque di essere irrealizzabile. E quindi essere accantonata nell’angolino delle promesse elettorali. Secondo i leader del Centrodestra – Berlusconi, Salvini, Meloni – la flat tax semplificherebbe il sistema fiscale; diminuirebbe le tasse; combatterebbe l’evasione fiscale; si ripagherebbe da sola; rilancerebbe l’economia favorendo consumi e investimenti. Le cose stanno veramente così?

Flat Tax: cos’è e come funziona

La flat tax è dunque una tassa unica forfettaria. Sulla quantificazione dell’aliquota le idee non sono ancora chiare. La Lega mantiene le sue posizioni “estreme”, proponendo un’aliquota del 15%. Forza Italia risulta invece leggermente più moderata, alzando l’aliquota al 23% o poco più. In poche parole, qualora venisse introdotta la flat tax, chi guadagna 1.000 euro o 100 mila euro, andrebbe a pagare alla pari il 15% o il 23% su quella cifra. Per tanto la tassa ammonterebbe a 150/230 euro per chi guadagna mille euro; e a 15.000/23.000 per chi ne guadagna 100 mila.

La cosa andrebbe a svantaggiare i redditi più bassi e ad avvantaggiare chi percepisce maggiori guadagni, perché ovviamente il peso della flat tax non è il medesimo per chi guadagna 1.000 euro e per chi ne guadagna 100 mila. Resta il fatto che per i redditi più bassi sarebbe previsto un sistema di deduzioni e detrazioni che li agevolerebbe, riducendo ancora di più la tassa.

La flat tax andrebbe anche a semplificare il sistema fiscale, poiché nella compilazione dei redditi, sarà sufficiente un modulo unico e il calcolo di quanto si deve pagare risulterebbe drasticamente più facile rispetto a oggi. Inoltre, andando a sostituire l’Irpef, che viaggia su un carattere progressivo in base alle fasce di reddito, secondo il Centrodestra andrebbe a ridurre l’evasione fiscale. In quanto sarebbe più conveniente per tutti pagare le tasse. Questo nonostante sia stato fatto notare che la flat tax andrebbe a sostituire l’Irpef, che è una delle tasse più pagate dagli italiani, soprattutto dai dipendenti, le cui imposte vengono trattenute in busta paga; e non l’Iva, dove invece si registrerebbe il maggior tasso di evasione fiscale.

Flat Tax possibile in Italia?

La flat tax teorizzata dal Centrodestra sarebbe quindi possibile senza tagliare spese e aumentare altre imposte? Secondo molti no. Prima di tutto perché l’evasione fiscale non sarebbe ridotta, visto il discorso appena affrontato sul carico di evasione su Irpef e Iva. In secondo luogo, l’introduzione di una flat tax in Italia sarebbe incostituzionale. Se andiamo a leggere l’art. 53 della Costituzione Italiana, infatti, questo recita così.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Con la flat tax, quei criteri di progressività declamati dalla Costituzione sparirebbero. Ma forse non del tutto. Un’ipotesi potrebbe risiedere proprio nell’introduzione di un sistema di deduzioni e detrazioni che rimetterebbero in piedi quei parametri di progressività richiesti. Forse non sarebbero rigidi come oggi, ma resterebbero comunque “tendenzialmente” progressivi.

Flat tax: in quali Paesi?

La flat tax sarebbe possibile in un Paese come l’Italia? Per Sergio Ricossa, professore di Economia all’Università di Torino, sì, ma con criteri diversi rispetto a quelli previsti dal Centrodestra. Un’aliquota unica per le imprese, non per le persone fisiche. Andrebbe a cozzare contro la tradizione europea per la progressività dell’imposta, tant’è che alla fine sarebbe inconcepibile non solo nel nostro Paese, ma anche in Europa. O almeno nell’Europa occidentale, perché sono diversi i Paesi che hanno introdotto una flat tax; i quali, oltre a essere territorialmente più piccoli rispetto al nostro, appartengono quasi tutti all’ex blocco sovietico.

Più in particolare, Estonia (aliquota dal 24% al 20%), Lettonia (25%), Lituania (33%), Ucraina (13%), Slovacchia (19%, fino al 2013), Romania (16%), Georgia (12%), passando per Serbia (13%) e soprattutto Russia (13%). Dove però l’introduzione di una flat tax fu accompagna da una profonda revisione del sistema fiscale, che sicuramente contribuì a incrementare le entrate nelle casse dello Stato.

Flat tax: dubbi e perplessità

La flat tax in Italia è possibile o no? Nel programma politico del Centrodestra, sono molte le misure finalizzate ad agevolare dal punto di vista fiscale i contribuenti italiani. Oltre alla tassa unica forfettaria già citata, resta in piedi anche l’intenzione di alzare le pensioni minime a 1.000 euro. Oltre a ciò vi è anche la possibilità di introdurre il reddito di dignità. Ovvero: detassare chi guadagna meno di 1.000 euro e produrre forme di aiuto per i redditi più bassi e chi si trova in difficoltà. Tutte misure che però non si finanziano da sole. Nonostante la bontà delle proposte, quindi, resta un grosso punto interrogativo a cui rispondere. In che modo sarà possibile mettere in pratica la realizzazione di queste misure?

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
Tutti gli articoli di Daniele Sforza →