Legge elettorale: si riapre il dibattito sul Rosatellum

Pubblicato il 21 Settembre 2017 alle 11:20 Autore: Federico Gonzato
legge elettorale 2017

Legge elettorale: si riapre il dibattito sul Rosatellum

Legge elettorale: È in programma per oggi l’approdo di una nuova bozza della legge elettorale in Commissione affari costituzionali. Sarà Emanuele Fiano, deputato del Partito Democratico, a presentare il nuovo testo che sostituirà definitivamente il tentativo di riforma in senso “tedesco” che i partiti avevano cercato di varare lo scorso giugno. Era il famoso tedeschellum, il proporzionale con la soglia di sbarramento al 5%. In sostanza, il terrore di tutti i partitini. Tanto che Alfano&Co si erano già messi sul piede di guerra. Per la gioia di questi ultimi, però, l’ipotesi tedesca si arenò completamente proprio in quei primi giorni di giugno, quando saltò l’accordo tra maggioranza ed opposizione.

Complice di tutto questo, il disguido avvenuto durante la votazione dell’emendamento targato Biancofore-Fraccaro (FI-M5S). Quel giorno, il tabellone dell’aula di Montecitorio si illuminò durante le operazioni a voto segreto. Alla fine, l’emendamento per l’estensione del proporzionale anche in Trentino-Alto Adige passava, grazie anche ai franchi tiratori tra le fila del PD e di FI.

Ciò aveva fatto scoppiare la bagarre tra le forze politiche, con PD e Cinquestelle a scambiarsi vicendevolmente le colpe della venuta meno dell’accordo sul tedeschellum. Da quel momento, dunque, di legge elettorale non se ne parlò più per tutta l’estate, con Matteo Renzi che rinviava la questione all’autunno.

Legge elettorale: ritorna in discussione il testo di Ettore Rosato (PD)

Oggi, però, Matteo Renzi appare sul tema meno ottimista rispetto all’estate. Martedì sera, intervistato da Bianca Berlinguer al programma Cartabianca, il segretario PD ha detto che in merito alla legge elettorale “il PD ci ha provato, ci prova e ci proverà”. Un Renzi che difende dunque l’operato dei Dem, scaricando le responsabilità sulle altre forze politiche: “dipende dagli altri”.

Ancora una volta, l’ex presidente del Consiglio pare non ammettere il concorso di colpe del proprio partito per quanto riguarda il naufragare dell’accordo sulla legge elettorale. E pure, come si è detto, i franchi tiratori di giugno erano anche del PD.

Sta di fatto che il tanto acclamato modello tedesco è morto e sepolto. E riappare nella discussione il testo di legge proposto prima dell’estate dal deputato PD Ettore Rosato: il “Rosatellum”.

Un disegno di legge tuttavia rivisitato rispetto alla sua prima versione, presentata ancora nel mese di maggio. Infatti, il primo Rosatellum prefigurava un sistema elettorale con un una quota di seggi ripartiti in maniera uguale fra proporzionale e maggioritario: 50% degli scranni parlamentari assegnati con il proporzionale; l’altro 50% con il maggioritario a collegi uninominali. Lo sbarramento previsto si issava al 5%, con la presenza di listini bloccati corti.

All’origine, il Rosatellum si era presentato quindi come una correzione del vecchio Mattarellum. Una legge elettorale, quest’ultima, di stampo maggioritario. Il Mattarellum, che prende il nome dall’attuale capo dello stato, aveva permesso una certa stabilità ed alternanza nel periodo tra il 1993 ed il 2001, anno della sostituzione con il famoso Porcellum, ad opera di Roberto Calderoli, ministro del governo Silvio Berlusconi.

Il Rosatellum 2.0: i punti fondamentali della legge e la posizione dei partiti

Il Rosatellum 2.0, pronto per la presentazione in commissione nella giornata di oggi, si caratterizza invece per una radicale virata verso il modello proporzionale. Il testo, infatti, presenterebbe una quota di seggi assegnati con il proporzionale pari al 64%, mentre la restante parte (il 36%) sarebbe assegnata col maggioritario in collegi uninominali. Una scelta, questa, che non piace agli alleati altoatesini del Svp (Sudtiroler Volkspartei), che preferirebbero una legge strettamente maggioritaria. Questo per fare incetta di collegi in Alto Adige, zona nella quale i loro candidati sarebbero i favoriti.

Forza Italia, che preme per un ritorno al proporzionale, si è detta favorevole all’accordo. In un modello del genere, Silvio Berlusconi vedrebbe la concreta possibilità di un ritorno alla ribalta del suo movimento e della sua figura. Con un sistema proporzionale, l’ex cavaliere risulterebbe l’ago della bilancia per la formazione di alleanze post-elettorali; sia a destra, sia in una possibile riedizione del patto del Nazareno con il PD di Matteo Renzi.

La Lega, dal canto suo, pare decisa ad accettare qualsiasi tipologia di legge. Il mantra leghista è il “voto al più presto”. Si aggiungono poi i verdiniani, che anche loro sarebbero favorevoli al nuovo testo.

Di fatto, il Rosatellum 2.0 si presenta come un “Mattarellum rovesciato”. La legge nata dai referendum del 1991 e del 1993, sponsorizzati da Mario Segni, prevedeva infatti una quota di maggioritario per il 75% dei seggi, e per il restante 25% il proporzionale. Oggi, la legge che porta il nome di Ettore Rosato “rovescia”, nel vero senso della parola, il testo che era stato presentato da Sergio Mattarella nel 1993.

Legge elettorale: uno sguardo al passato

Un ribaltone verso il tanto vituperato proporzionale, quello del nuovo Rosatellum.  Ricorda un pò il passaggio dal Mattarellum al Porcellum, avvenuto in occasione delle elezioni politiche del 2006. Elezioni, queste, dall’esito confuso proprio per l’anomalo premio di maggioranza del Porcellum (successivamente bollato come incostituzionale nel gennaio 2014).

Nel 2006, il progetto che fu di Mario Segni venne scardinato da Silvio Berlusconi. Con il Porcellum, venivano introdotte le liste bloccate, il premio di maggioranza abnorme, con l’impossibilità di esprimere preferenze. Era il ritorno della partitocrazia, che Segni aveva contribuito ad annientare proprio con i referendum elettorali ed il Mattarellum. In una lettera del 12 novembre 2005, Segni si dimostrava sdegnato nei confronti di chi aveva operato per ribaltare il suo progetto, quello di una politica italiana più stabile, in un sistema che garantisse maggior alternanza al governo fra le forze politiche.

Ironia della sorte e del caso, l’appello di Segni era indirizzato ad un blog, che da lì a pochi anni sarebbe divenuta la base per la nascita di un nuovo movimento, l’M5S. La lettera di Segni era indirizzata per l’appunto al blog di Beppe Grillo, il “Blog delle stelle”.

Mario Segni nel corso della campagna elettorale per la preferenza unica

Legge elettorale: la posizione del M5s

Oggi, a 12 anni da quello scritto di Segni a Grillo, il comico genovese ed il suo movimento si ritrovano a discutere loro di legge elettorale e di Rosatellum. Si opporrà dunque Grillo alla deriva proporzionale, ottemperando alle parole di Segni, oppure accetterà l’accordo per il Rosatellum?

Da parte sua, il M5s ha fatto sapere che la legge proposta da Ettore Rosato sarebbe invotabile. “Renzi ed il Pd sono pronti a varare l’ennnesima legge elettorale incostituzionale dopo il Porcellum e l’Italicum, solo per ostacolare il MoVimento 5 Stelle. La Consulta gli ha bocciato tutte le riforme, il popolo la schiforma costituzionale. Non sono capaci di scrivere una legge costituzionale, e pretendono di approvare una legge elettorale contro e senza il primo movimento del Paese”.

Tuttavia, va anche detto che i Cinquestelle non si sono mai veramente opposti alla possibilità di una legge proporzionale. Un sistema, questo, che sicuramente avvantaggerebbe i penta stellati per la loro peculiarità di partito pigliatutto. Un movimento non molto radicato sul territorio, ma che riesce a raccogliere voti da strati sociali e categorie di persone variegati.

L'autore: Federico Gonzato

Veronese, classe 1995. Nel luglio 2017 si laurea con lode in Scienze politiche all'Università di Padova. Studia Mass media e politica presso l'Università di Bologna - Campus di Forlì. Appassionato di giornalismo politico e società, segue l'attualità e il dibattito politico interno. Amante della lettura e della pallavolo, milanista nostalgico. Per Termometro Politico mi sono occupato di politica interna. Ora scrivo di Esteri, in particolare di politica d'Oltre Manica.
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