Palermo, la fine delle primarie

Pubblicato il 17 Marzo 2012 alle 09:35 Autore: Matteo Patané

Palermo è una ferita che sanguina ancora nel centrosinistra.
Martedì 13 marzo sembrava che potesse finalmente essere scritta la parola fine sulle elezioni primarie del capoluogo siciliano, sicuramente tra gli episodi più contestati e controversi – e senza dubbio politicamente più combattuti – di utilizzo di questo strumento di democrazia diretta nella sua pur breve storia nel nostro Paese.
Il Collegio di Garanzia per le Primarie di Palermo 2012 (Di Lello, Scaglione, Verde), infatti,ufficializzava il risultato delle primarie, dichiarando vincitore il trentunenne ex-IdV Fabrizio Ferrandelli con un margine risicatissimo sulla candidata ufficiale di PD, SEL e IdV Rita Borsellino.

Risultati delle primarie del centrosinistra
a Palermo (2012)

Poteva essere lecito sperare che la decisione ufficiale dell’organo di garanzia della consultazione potesse scrivere la parola fine sul mare di contestazioni e reciproche accuse che avvelenavano lo schieramento progressista all’indomani dei risultati ufficiosi delle primarie; non è tuttavia stato così, e per la prima volta – per lo meno in un caso così eclatante – una parte della coalizione potrebbe infrangere il vincolo sacro alla base delle elezioni primarie, ovvero il sostegno di tutti i partecipanti e di tutti i partiti al vincitore.

È vero che le primarie di Palermo non hanno certo brillato per fair play, né che siano state esenti da irregolarità. I tre candidati principali non si sono sottratti a reciproche accuse e veleni, di cui è stata vittima in particolar modo la Borsellino, che forte della sua visibilità e dell’appoggio ufficiale delle segreterie di partito era considerata un po’ il candidato di riferimento da abbattere per aprire i giochi di una sessione di votazioni che vedeva tutti i partiti d’accordo sul suo nome.
Ed è soprattutto vero che la vittoria di Ferrandelli è maturata oltre i confini del centrosinistra, grazie all’appoggio attivo dei lombardiani; non per nulla Ferrandelli era ed è uno dei massimi esponenti della corrente del PD che vuole mantenere in Regione i legami con l’attuale Presidente. L’appoggio e la partecipazione di forze esterne al centrosinistra e ai suoi simpatizzanti è espressamente vietata dallo statuto delle primarie, ma a Palermo si è visto quanto questa norma sia inapplicabile – se non in casi particolarmente evidenti. Il sostegno di esponenti del terzo polo o del centrodestra verso Ferrandelli è infatti più una considerazione ex-post che un allarme legittimamente sollevato prima delle votazioni: è stato infatti in primo luogo l’elevatissimo numero di votanti a far scattare i dubbi sulla possibilità di inquinamento delle votazioni, ma più di tutto, secondo un vero cortocircuito logico, il principale sospetto dietro la vittoria di Ferrandelli… è proprio la vittoria di Ferrandelli!
Il fatto stesso cioè che il beneficiario della massiccia affluenza sia stato l’ex IdV viene visto come una prova del fatto che le consultazioni sono state in qualche modo truccate. Risulta infatti difficile pensare che se fosse stata Rita Borsellino a prevalere per un centinaio di voti ad oggi vi sarebbero così tante polemiche sulle primarie falsate…

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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