Sondaggi M5S: per Index secco calo dopo il caso Marra

Pubblicato il 21 Dicembre 2016 alle 12:58 Autore: Emanuele Vena
sondaggi m5s index intenzioni di voto 20 dicembre 2016

Sondaggi M5S: per Index secco calo dopo il caso Marra

Il M5S resta il partito di maggioranza relativa ma subisce una secca battuta d’arresto. Questo è quanto emerge dall’ultimo sondaggio elettorale condotto da Index Research, che analizza le intenzioni di voto nazionali degli italiani.

Il Movimento risente in maniera particolarmente negativa dell’effetto delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la giunta Raggi a Roma. Il caso Marra ed il caos conseguente riducono in maniera repentina il consenso dei grillini, che perdono oltre 2 punti in 5 giorni e scendono al 30,4%, vanificando così l’effetto trainante della vittoria al referendum costituzionale.

sondaggi politici elettorali

Sondaggi M5S: secco calo dopo il caso Marra

Le inchieste della magistratura hanno coinvolto anche il PD. Tuttavia, il caso Sala a Milano – peraltro momentaneamente rientrato, con lo stop all’autosospensione sancito dal sindaco – non crea particolari scossoni. I dem guadagnano addirittura 2 decimi e risalgono al 28,5%, pur rimanendo oltre un punto dietro all’ultima rilevazione prima del referendum.

Chi continua a crescere – approfittando prima del successo referendario e poi delle grane giudiziarie altrui – è invece il centrodestra. Forza Italia guadagna 2 decimi e sale all’11.8% ma fa ancora meglio la Lega, che raggiunge il 13% (+0.8%). Bene anche Fratelli d’Italia, che cresce di 4 decimi in 5 giorni e sale al 4.5%.

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Tra le piccole formazioni migliora anche Sinistra Italiana – che va a braccetto con il partito della Meloni – mentre resta stabile al 2.8% Area Popolare NCD-UDC. In aumento anche l’elettorato indeciso e quello orientato verso l’astensione.

Sondaggi M5S ma non solo: la scelta dei leader

L’istituto fondato da Natascia Turato ha anche interpellato l’elettorato a proposito delle future leadership dei 3 grandi blocchi della scena politica italiana.

All’interno del PD, in vista delle primarie il nome preferito resta ancora quello dell’attuale segretario Matteo Renzi, prima scelta per il 43% degli intervistati. Segue piuttosto distanziato il governatore pugliese Michele Emiliano, che a sua volta stacca in maniera considerevole il deputato lucano Roberto Speranza, candidato alla segreteria per la minoranza PD e prima scelta solo per un intervistato su 10.

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Nel centrodestra – escludendo dal lotto la figura di Silvio Berlusconi – il nome più gettonato è quello di Matteo Salvini. Il leader leghista è la prima scelta per un elettore su 3, distanziando Giorgia Meloni. Molto più indietro l’ex governatore pugliese Raffaele Fitto e l’attuale presidente della Liguria Giovanni Toti.

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Molto più complessa la questione in casa M5S. Alessandro Di Battista è il preferito, scelto dal 16% degli intervistati. Tuttavia – nella lotta tra lui, Luigi Di Maio e Roberto Fico – 1/3 degli intervistati non sceglierebbe nessuno dei 3, mentre un ulteriore 26% è indeciso. In sostanza, ben 6 elettori su 10 non sono particolarmente convinti dal trittico di nomi proposto.

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(Nota metodologica – in attesa di diffusione)

 

 

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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