Gentiloni: il nuovo governo e l’orologeria del voto anticipato

Pubblicato il 13 Dicembre 2016 alle 13:18 Autore: Riccardo Piazza
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Gentiloni: il nuovo governo e l’orologeria del voto anticipato

A fronte praecipitium, a tergo lupi. Quando qualcosa nasce con la pressione del pericolo imminente, da qualsiasi prospettiva si voglia osservare, a meno che non muoia immediatamente per asfissia e mancanza di forze, essa imparerà in fretta, per istinto di sopravvivenza, dall’esperienza della realtà che la circonda. Probabilmente questo il destino del nuovo Governo Gentiloni fresco di incarico e di giuramento istituzionale. Analizzare, senza perder tempo, le questioni d’emergenza primarie per il Paese, dunque vogare con forza verso l’inevitabile balzello politico del voto anticipato. Sì, sarà davvero difficile vedere la fine naturale della legislatura corrente. Eppure, anche su questo, il certo sembra scontrarsi con l’incerto.

Gentiloni e le forze parlamentari

Quest’oggi, il presidente del Consiglio terrà il suo discorso programmatico alla Camera dei deputati che ne voterà il sostegno entro questa sera. I senatori di Palazzo Madama saranno invece chiamati a farlo nella giornata di domani. La maggioranza del governo Gentiloni consta di apporti diversi all’interno dei due rami del Parlamento, abbastanza solidi a Montecitorio, più esili e raccogliticci al Senato. Il consenso che l’esecutivo condensa, ricalca sostanzialmente la stessa linea politica del precedente mandato di Matteo Renzi: diciotto i ministeri istituiti, cinque le differenze importanti.

Gli schieramenti dell’emiciclo hanno manifestato diverse reazioni di repulsione e divergenza nei confronti del sessantaquattresimo esecutivo della storia repubblicana. L’agenda pubblica non ha risparmiato una sassaiola semantica importante farcita da neologismi scettici: “Esecutivo Renziloni”, “Governo Renzicloni”, “Governo Avatar”.

Il Movimento 5 Stelle, seguito a ruota dalla Lega Nord e da altri partiti dell’opposizione, ha contestato l’essenza del governo Gentiloni, non riconoscendone la valenza costituzionale in quanto priva di legittimità popolare. Il voto anticipato sembra effettivamente una conseguenza naturale dell’attuale stato delle cose. Tuttavia in molti sembrano aver sottostimato il problema della stabilità di medio termine, in favore di una ordalia vicina alla logica del tutto e subito.

Gentiloni e il voto anticipato: qualità o convenienza?

Il prossimo futuro potrà dirci con quanta acribia e qualità d’intenti Palazzo Chigi affronterà le questioni lasciate in sospeso, davvero non poche. Non ci riferiamo soltanto alla legge elettorale quanto anche alla stabilizzazione del sistema finanziario e del credito, al completamento della riforma della pubblica amministrazione secondo i nuovi dettami imposti dalla Consulta, fino alla questione paneuropea delle politiche migratorie. Il limite temporale è necessario, ma il discrimine della fretta di chi vorrebbe elezioni immediate si scontra con l’oggettività del buon senso. Qualità o convenienza di parte? Si è parlato anche di legislatura “drogata” a priori, tenuta in vita per il raggiungimento dei vitalizi da maturare il prossimo settembre.

Secondo l’articolo 92 della nostra Costituzione, che tanti hanno scelto di non riformare, il presidente della Repubblica, fatte le consultazioni con i partiti politici, nomina il presidente del Consiglio dei ministri. Sempre secondo il testo della nostra Carta fondamentale, il Capo dello Stato, non può indire nuove elezioni senza l’esistenza di una legge elettorale uniforme per entrambi i rami del Parlamento.

Ad oggi l’unica legge elettorale attiva, sancita ed approvata per la sola Camera, è l’Italicum (il Senato prevede ancora il Porcellum “corretto” in senso proporzionale nel 2013). Il sistema elettivo riguardante Montecitorio, entrato in vigore il primo luglio 2016, si trova al vaglio della Corte costituzionale, la quale esprimerà una prima valutazione di merito il 24 di gennaio.

Le cose da fare per il governo Gentiloni non sembrano dunque essere semplici da raggiungere, alcune addirittura appaiono del tutto fuori dalle orbite, si pensi alla legge sulla concorrenza di mercato per le imprese. Vedremo alla prova del nove. Sta di fatto che, al di là della frettolosa quanto bulimica critica di propaganda, probabilmente sarebbe cosa buona e giusta evitare di gonfiare la vela della “bomba ad orologeria” cercando un confronto largo e di merito utile per il Paese. Ci voglia il tempo che ci voglia.

Riccardo Piazza

L'autore: Riccardo Piazza

Nasce a Palermo nel 1987 e si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione presso l’Università del capoluogo siciliano nel 2010. Prosegue i suoi studi specialistici in Scienze filosofiche all’Università di Milano dove consegue il Diploma di laurea Magistrale nel 2013. Scrive per alcune riviste telematiche di letteratura e collabora, quale giornalista, per diverse testate d’informazione occupandosi di cronaca parlamentare, costume e società. Si dedica attivamente allo studio dell'economia e del pensiero politico contemporaneo ed è docente di storia e filosofia. Gestisce un blog: http://www.lindividuo.wordpress.com Su twitter è @Riccardo_Piazza
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