Francia Presidenziali 2017, 5 cose da sapere su François Fillon

Pubblicato il 21 Novembre 2016 alle 08:59 Autore: Niccolò Inches
Francia Presidenziali 2017

Francia Presidenziali 2017, 5 cose da sapere su François Fillon

Dopo la “Forza tranquilla” di François Mitterand, la “Destra tranquilla” (ma non troppo) di François Fillon. Che il pronosticato testa a testa alle Primarie della Destra francese tra Nicolas Sarkozy e Alain Juppé stesse diventando sempre di più un confronto a tre, con l’outsider low profile Fillon in salita nei sondaggi, questa domenica se ne è avuta la prova definitiva. Anzi, l’ex Primo Ministro ha spiazzato tutti raccogliendo oltre il 44% dei voti al primo turno dello scrutinio, assumendo una posizione di forza rispetto al rivale Alain Juppé (26%) in vista del ballottaggio di domenica 27 novembre. L’ex Capo di Stato Nicolas Sarkozy, giunto terzo e ormai fuori dai giochi del 2° turno, per sua stessa ammissione si dedicherà più alle “Passioni private che alle passioni pubbliche” in futuro, alludendo ad un (secondo) disimpegno dalla vita politica dopo quello successivo alla sconfitta delle Presidenziali 2012.

Francia Presidenziali 2017, Sarkozy punta su Fillon

Sarko si è congedato dai suoi sostenitori dando indicazione di voto proprio per il suo vecchio uomo a Palazzo Matignon, rendendo ancor più ripida la salita per il 71enne Juppé, che gode per il momento del solo endorsement della quarta forza delle Primarie (2,6%) Nathalie Kosciusko-Morizet. Da “rincalzo” di lusso a terzo incomodo, fino all’inedito ruolo di uomo da battere tra i Repubblicani francesi: la rincorsa di François Fillon verso l’Eliseo sintetizzata in 5 punti chiave.

 

  1. La rivincita dell’ex premier “collaboratore – Se qualche mese fa lo aveva “solo” stuzzicato sugli affari giudiziari in cui è coinvolto, chiamando in causa persino De Gaulle (“Sareste in grado di immaginare il Generale sotto indagine?”), Fillon si è preso una pienissima rivincita su Nicolas Sarkozy, del cui iper-attivismo fu una delle vittime principali durante il quinquennio 2007-2012. Il sarkozismo al governo significava infatti accentramento “compulsivo” delle decisioni, tanto che l’ex Presidente tout-puissant non esitò a definire l’allora Primo Ministro alla stregua di “collaboratore”, davanti ad alcuni giornalisti.

 

  1. La lotta fratricida con Copé – Lo psicodramma della destra francese post-Sarko non si limitò alla sconfitta alle urne nel 2012, per mano del socialista François Hollande. Perso l’Eliseo e con il Capo in (provvisoria) pensione dalla politica, François Fillon e Jean-François Copé si litigarono la poltrona di Presidente dell’Union pour un Mouvement Populaire (UMP, ora Les Républicains) a colpi di accuse di brogli elettorali, dopo un contestatissimo voto congressuale. A spuntarla nella lotta intestina fu il sindaco di Meaux Copé, ultimamente celebre – suo malgrado – per la boutade sul “Pain au chocolat venduto a 15 centesimi”.

 

  1. Un Thatcher alla francese? – In una destra “ufficiale” dominata dal pensiero liberista – laddove Marine Le Pen punta allo statalismo protezionista – Fillon spicca per un programma di maggior rottura rispetto ai concorrenti: ritorno alle 39 ore lavorative settimanali (anche nel settore pubblico), allungamento dell’età pensionabile a 65 anni, riduzione della spesa pubblica di 100 miliardi di euro in 5 anni, sussidio di disoccupazione regressivo e con tetto al 75% dello stipendio percepito in precedenza, abrogazione dell’ISF (l’imposta che grava sui redditi superiori a 1,3 milioni di euro annui, introdotta per la prima volta da Mitterand), ma soprattutto soppressione di 500 mila posti nella funzione pubblica – un punto definito “irrealistico” persino dall’entourage di Alain Juppé.

 

  1. L’appeasement con Putin – Più che la passione per la Formula Uno e l’amicizia con Luca Cordero di Montezemolo, Fillon si fa notare in politica estera per le sue simpatie filo-russe e per un rapporto privilegiato con il Presidente Vladimir Putin (uno che del passaggio da Primo Ministro a Capo di Stato se ne intende), che chiamò personalmente l’ex premier dopo la débacle di Sarkozy nel 2012. Mentre altrove si denunciano le violazioni perpetrate da Assad e l’alleato russo nell’ambito del conflitto siriano, Fillon è il più convinto sostenitore del riavvicinamento dell’Europa a Mosca, indicata come l’attore internazionale più “realista” nella gestione della crisi in Medio Oriente.

 

  1. L’aborto non è un diritto fondamentale – Liberale in economia, conservatore sulle questioni sociali. Fillon non intende rimettere in discussione il diritto al matrimonio per le coppie omosessuali, ma ha espresso più volte la volontà di limitare la possibilità di adozione per coniugi dello stesso sesso, opponendosi fermamente alla cosiddetta GPA (“gestation pour autrui”), la pratica dell’utero in affitto. Non avendo mai nascosto la propria educazione cattolica, Fillon ha sottolineato in più occasioni di avere a cuore le sorti dei Cristiani d’Oriente, ma anche attirato a sé numerose critiche per via del sostegno ricevuto da “Sens commun”, costola del movimento anti-mariage gay della “Manif pour Tous”.

 

 

L'autore: Niccolò Inches

Laureato in Scienze Politiche, ho frequentato il Master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la S.I.O.I di Roma. Scrivo per Termometro Politico da Parigi, con un occhio (e anche l'altro) sulla politica dei cugini d'Oltralpe. Su Twitter sono @niccolink
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