Santorum vince il Supertuesday del Sud e lancia un chiaro appello a Newt Gingrich

Pubblicato il 14 Marzo 2012 alle 09:44 Autore: Francesco Modaffari
santorum vince il supertuesday

Santorum vince il Supertuesday del Sud e lancia un chiaro appello a Newt Gingrich

 

Doppietta di Rick Santorum che vince negli Stati del Mississipi ed in Alabama, riaprendo di fatti la partita per la nomination repubblicana. Se in Alabama, l’ultraconservatore non ha avuto particolari problemi a sbarazzarsi dai suoi rivali (Santorum 35%, Romney 29%, Gingrich 29%, Ron Paul 5%), nel Mississipi, invece, l’italo-americano l’ha spuntata davvero per un soffio sull’ex speaker della Camera Newt Gingrich (Santorum 33%, Gingrich 31%, Romney 30%, Ron Paul 4%). Una doppietta che sicuramente da morale e carica a Santorum, il quale commosso si è presentato dinanzi ai suoi elettori, seguito dalla moglie e dai figli, chiara strategia elettorale che mira a lanciare un messaggio ai conservatori, affermando: “Abbiamo vinto di nuovo! C’è bisogno di una nomination conservatrice per battere Barack Obama. Possiamo farlo, è il momento di unirci!” Chiaro il messaggio lanciato a Newt Gingrich. L’italo-americano spera vivamente che a questo punto l’ex speaker della Camera faccia un passo indietro per il bene dei conservatori, rinunciando alla corsa alla nomination. Un gesto del genere, con molta probabilità, sancirebbe un duro colpo per Mitt Romney, il quale, nonostante stia spendendo una fortuna per la campagna elettorale, non riesce a decollare. Il ritiro di Newt Gingrich, insomma, spalancherebbe le porte alla nomition repubblicana per Rick Santorum. Se tale gesto avvenisse in questo momento, momento molto delicato anche per Barack Obama, il quale, secondo illustri sondaggi, nell’ultimo mese ha perso un bel pò della sua popolarità, potrebbe far intravedere scenari del tutto nuovi per le presidenziali di novembre. Ma Newt Gingrich non intende mollare, ed anzi, nella notte del doppio trionfo di Santorum rilancia: “Continuo ad andare avanti!”. Un atteggiamento, quello dell’ex speaker della Camera, comprensibile dal punto di vista del furore politico, meno razionalmente.
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E’ ormai chiaro che solo un ritiro di Newt Gingrich consentirebbe ai conservatori di ottenere la nomination repubblicana, viceversa, pur dovendo sudare le proverbiali sette camicie, dilapidando un patrimonio, la nomination per sfidare Obama finirà tra le mani del mormone Mitt Romney, il quale comunque nel conteggio complessivo dei delegati resta sempre in testa con 480 delegati. Lo segue Santorum con 234, poi Gingrich con 139 ed infine Ron Paul che ne conta solo 66. Molto distante ancora la quota 1144 delegati per ottenere la nomitation. Newt Gingrich punta a far si che alla fine delle primarie nessuno dei quattro sfidanti giunga alla quota di 1144, in modo che la scelta dello sfidante di Barack Obama diventi una scelta politica più che numerica. Infatti, nel caso in cui, a fine primarie, nessuno degli sfidanti sia riuscito ad ottenere i 1144 delegati necessari, sarà il Partito a dover decidere chi guiderà i Repubblicani alla corsa alla Casa Bianca, e Newt Gingrich, in virtù della sua forte esperienza politica, conta alla fine di poterla spuntare sia su Romney che su Santorum.

L'autore: Francesco Modaffari

Nato a Cosenza il 10 febbraio 1987, è laureato in Scienze Politiche presso l'Università della Calabria. Attualmente sta conseguendo la laurea magistrale in Comunicazione e consulenza politica presso l'Università "Cesare Alfieri" di Firenze. Appassionato di politica, predilige occuparsi delle strategie di marketing elettorale.
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