Sondaggi Referendum Costituzionale: dubbi sulla riforma, ma voglia di cambiare

Pubblicato il 3 Settembre 2016 alle 18:11 Autore: Giacomo Tortoriello
sondaggi referendum costituzionale

Sondaggi Referendum Costituzionale: dubbi sulla riforma, ma voglia di cambiare

La riforma costituzionale non convince del tutto gli italiani, ma l’orizzonte del cambiamento, se pur parziale o imperfetto, spinge comunque gli elettori verso il Sì. Questo è quanto emerge dal recente sondaggio sul referendum costituzionale, pubblicato dal Corriere della Sera e prodotto dall’istituto Ixè.

Nel dettaglio, si può notare come il giudizio sulla riforma è prevalentemente negativo con un 42,3%, rispetto al 40,2% di chi invece la considera in maniera positiva e a fronte di un 17,5% di indecisi.

Il risultato, viene però ribaltato quando si parla dell’orientamento di voto: in questo caso, il Sì è nettamente in vantaggio con il 40%, rispetto al 33% del No, con un 27% di indecisi.

Secondo i sondaggisti, questo cambiamento è dovuto al fatto che gli elettori, pur non apprezzando al meglio la riforma, scelgono il Sì per avviare un percorso di cambiamento.

Sondaggi Referendum Costituzionale: dubbi sulla riforma, ma voglia di cambiare

Per quanto concerne l’affluenza, si prevede che questa sia del 54,1%, in aumento rispetto al 32,2% avuta in occasione del referendum del 17 aprile. Dal sondaggio, emerge in particolar modo la scarsa informazione degli italiani nel merito della riforma: il 34,4% degli intervistati si dice informato, ma il 48,3% ritiene di saperne poco, mentre il 16,3% per niente informato.

Emerge anche lo scarso interesse sul tema referendum costituzionale: solo il 16,2% si dimostra attento alla campagna referendaria, a fronte di un 45% che dimostra un vago interesse e il 38,8% che non segue l’argomento.

Intanto, proprio sul tema dell’informazione, è arrivato l’appello al Presidente della Repubblica, affinché sui media venga garantito il massimo pluralismo.

Lamentele, in questo senso, sono arrivate da molti esponenti del fronte del No, che accusano l’occupazione della Rai da parte del premier Matteo Renzi.

Lo aveva fatto ad esempio Massimo D’Alema, con Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Pace che hanno scritto un appello pubblico proprio a Sergio Mattarella. Per ora dal Quirinale, non è arrivata nessuna risposta in merito a questa richiesta.

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