Italia in Iraq: pronti altri 130 soldati (o forse più)

Pubblicato il 4 Febbraio 2016 alle 10:20 Autore: Irene Masala
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L’Italia invierà in Iraq, nella città di Erbil, altri 130 soldati. La decisione di rafforzare il contingente già presente nel Kurdistan iracheno è scaturita a margine della riunione dei 23 paesi più coinvolti nella lotta contro il sedicente Stato Islamico. A dare l’annuncio la ministra della Difesa Roberta Pinotti che conclude così la conferenza: “Altri 130 militari italiani saranno dislocati a Erbil. Noi siamo pronti e il decreto è al vaglio degli altri ministeri. Spero che arrivi, se non a questo, al prossimo Consiglio dei Ministri”. I militari italiani, rassicura Pinotti, avranno a disposizione elicotteri di protezione e soccorso per consentire un immediato recupero di eventuali feriti. Questo il risultato di settimane di pressing da parte dell’establishment americano nei confronti degli alleati per sollecitare nuovi e più incisivi contributi nella lotta al Daesh.

Al momento le forze italiane sul campo sono state impiegate per addestrare circa 2.200 peshmerga curdi, in prima linea contro i miliziani del sedicente Stato Islamico. “Gli americani stanno pensando di spostare questi assetti in Turchia per poter intervenire in Siria, e dunque si tratta di un nuovo e significativo impegno che l’Italia dà alla lotta al terrorismo”, conclude Pinotti. Ed è proprio questo spostamento delle forze alleate in Turchia che potrebbe cambiare l’assetto degli scontri, considerando tutte le implicazioni geopolitiche attuali dellaTurchia su vari fronti, dalla gestione della questione migranti alla lotta contro i curdi, ultimo baluardo per la liberazione del Kurdistan iracheno.

La diga di Mosul

La richiesta statunitense, a cui si aggiunge anche la voce della Francia per un maggiore impegno dell’Italia nella lotta al terrorismo, non è la sola ragione per l’aumento della presenza italiana in Iraq. L’azienda romagnola Trevi Spa si è infatti aggiudicata l’appalto per la ristrutturazione della diga di Mosul, a circa 86 chilometri da Erbil e a poche decine di chilometri dalla zona controllata dalle milizie del Daesh.

L’annuncio è stato dato oggi dal governo di Baghdad e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: “sulla diga di Mosul i contatti con Baghdad vanno avanti da settimane, i soldati italiani saranno a difesa della diga e le modalità di azione saranno prese in accordo con il governo iracheno e la coalizione. La partecipazione dei nostri militari si definirà molto presto”. La stipula del contratto, dal valore di 230 milioni di dollari, è prevista tra qualche giorno.

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Italia e Iraq: quanti soldati?

Erbil non sarà perciò l’unica città in cui arriveranno nuovi soldati italiani. Sul tavolo delle trattative con Baghdad si sta discutendo, infatti, l’invio di altri 450 militari per la protezione dei cantieri e dei tecnici, circa 40, impiegati nella ristrutturazione della diga di Mosul. Il contingente dovrebbe essere costituito dai bersaglieri della Brigata Garibaldi e da forze speciali e artificieri. Verrà garantita anche la sicurezza dei cieli con la copertura dello spazio aereo fornita dalla coalizione anti-Isis.

Le forze militari italiane dispiegate in Iraq arriveranno così a più di un migliaio se si considerano i 750 militari già impegnati sul campo iracheno nell’ambito dell’operazione “Prima Parthica”. Per il momento viene però escluso il coinvolgimento dell’Italia nei raid, per l’esercito italiano solo “missioni di pace”.

L'autore: Irene Masala

Specializzata in Editoria e giornalismo e appassionata di geopolitica e Medio Oriente. Negli ultimi anni ho viaggiato tra Libano, Turchia, Israele/Palestina, India e Messico grazie a diversi progetti che mi hanno permesso di conoscere da vicino le realtà socioculturali di questi Paesi così diversi tra loro. Al momento frequento il master della Business school del Sole24Ore in Giornalismo economico e politico e collaboro come editor e traduttrice per diverse testate.
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