Elezioni Centrafrica: arriverà la svolta?

Pubblicato il 30 Dicembre 2015 alle 16:03 Autore: Lorenzo Chemello
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Elezioni Centrafrica: ufficialmente dovevano avere luogo tre giorni fa ma per problemi di logistica sono state rinviate ad oggi le elezioni presidenziali nella Repubblica CentrafricanaI candidati favoriti sono Anicet Dologuélé e Martin Ziguélé, entrambi ex primi ministri. In totale i candidati alla presidenza sono trenta. Al voto sono chiamati a partecipare circa 4 milioni di cittadini. Le elezioni dovrebbero sancire la fine di un periodo di guerra civile che ha caratterizzato il paese negli ultimi due anni.

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Elezioni Centrafrica: arriverà la svolta?

In realtà la storia recente della Repubblica Centrafricana, a partire dall’indipendenza ottenuta dalla Francia nel 1960, è costellata di colpi di stato e di deboli riconciliazioni che hanno mantenuto la gran maggioranza della popolazione in povertà, in parte costretta ad emigrare nei paesi confinanti per sfuggire alle vendette reciproche che negli ultimi due anni hanno visto contrapposte le fazioni islamiche al potere dei Seleka e quelle di matrice cristiana degli Anti-Balaka (letteralmente anti-machete) che sostenevano l’ex presidente Bozizè. Si tratterebbe di circa 1 milione e 300.000 profughi, per la maggior parte insediatisi in Ciad, Congo e Sudan. Il problema però è che molte di queste persone che hanno preso parte all’esodo non riusciranno a votare in un paese che ancora non è pacificato.

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Nel marzo 2013 Michel Djotodia, leader dei ribelli musulmani Seleka, rovescia con un colpo di stato il regime del generale François Bozizé. Nel gennaio 2014 l’ONU ha deciso di imporre la propria autorità costringendo alle dimissioni Djotodia ed insediando ad interim alla guida del paese Catherine Samba-Panza, ex sindaco della capitale Bangui, la quale aveva il compito esplicito di riportare il paese alla normalità indicendo nuove libere elezioni da tenersi entro il 2015. L’ONU nel frattempo per contrastare il dilagare di fenomeni di violenza tra i due opposti fronti che hanno insanguinato il paese ha inviato nel paese un contingente internazionale in missione di peacekeeping (2000 caschi blu, di cui fanno parte anche 50 militari italiani della Folgore) affiancato da 8.000 unità dell’Unione Africana.

Secondo il rapporto di una ONG britannica, la Global Witness, molte compagnie estere del legname, soprattutto europee e cinesi, fanno affari enormi grazie allo sfruttamento indiscriminato del patrimonio forestale che il paese possiede. In pratica la maggior parte delle importazioni avviene illegalmente e queste imprese, per occultare questa verità nascosta, finazierebbero con milioni di euro la guerra civile che negli ultimi anni ha precipitato la Repubblica Centrafricana nel caos e nell’insicurezza. Il paradosso è evidente: la comunità internazionale vuole intervenire per sanare una grave ferita nel cuore dell’Africa, ma non vuole seriamente porre fine ai profitti sporchi delle imprese coinvolte.

Lorenzo Chemello

L'autore: Lorenzo Chemello

Vicentino, classe '86. Laureato all'Università di Padova in Storia delle culture, mi sono specializzato in Storia Contemporanea all'Università Cà Foscari di Venezia. Da sempre mi interessa la politica e i cambiamenti che questa può creare. Sono attratto dal mondo del no profit. Ho svolto il Servizio Civile in Italia e ho trascorso un anno in Portogallo come volontario SVE in un'associazione che promuove l'attivismo giovanile. Ora finalmente vivo ad Amburgo per lavorare e praticare il tedesco.
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