Governo Portogallo, le cifre bocciano Coelho 123 no su 230, il Parlamento nega la fiducia

Pubblicato il 10 Novembre 2015 alle 19:20 Autore: Emanuele Vena
Pedro Passos Coelho governo Portogallo

Ben 123 voti su 230. Con questi numeri il Parlamento del Portogallo ha bocciato a maggioranza il programma di legislatura presentato dal premier Pedro Passos Coelho, negando la fiducia al suo governo di centrodestra e sprofondando il Paese nel caos istituzionale.

La debacle del governo era annunciata, vista l’assenza di numeri sufficienti per portare avanti il programma. Il partito socialdemocratico era stato il più votato alle elezioni di ottobre, ottenendo però solamente la maggioranza relativa dei seggi.

Pedro Passos Coelho governo portogallo

Governo Portogallo: i numeri della caduta di Coelho

Appena 11 giorni: questa la durata dell’incarico del leader del partito socialdemocratico, già premier uscente e reinvestito il 30 ottobre scorso dal presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva della facoltà di formare un nuovo esecutivo.

I voti a favore di Coelho sono stati 107, ben al di sotto della maggioranza assoluta di 116 voti. Nelle ore successive al voto di ottobre era stata ipotizzata un’eventuale desistenza da parte del partito socialista, che avrebbe potuto permettere all’esecutivo Coelho di entrare in carica ed iniziare a lavorare. Un’ipotesi svanita piuttosto rapidamente, in parallelo con l’alimentarsi di voci che vedevano sempre più probabile un accordo tra la sinistra radicale – tra cui i Comunisti – ed il partito guidato da Antonio Costa.

Ora si apre ufficialmente una fase di crisi istituzionale che potrebbe però essere piuttosto rapida, vista l’intenzione da parte dell’ampia coalizione di sinistra di formare un governo alternativo. Una soluzione che potrebbe non piacere a Bruxelles, preoccupata dai fervori anti-euro di una buona parte della sinistra radicale e speranzosa di poter portare avanti il programma di austerità attuato negli ultimi 4 anni dall’esecutivo di centrodestra, con misure pari a 78 miliardi di euro.

L’alternativa al naturale passaggio di consegne potrebbe essere la richiesta del Capo dello Stato a Coelho di restare in carica per gli affari correnti sino a nuove elezioni, che però non potranno essere indette prima di giugno. Uno scenario ugualmente inquietante per i mercati ma che ora in realtà sembra più improbabile, considerando il voto parlamentare di sfiducia a Coelho che rafforza la legittimità del Partito Socialista – e del suo leader Costa – a ricevere il testimone da Coelho, formando un nuovo esecutivo insieme al “Blocco di Sinistra” e ai Comunisti.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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