Il chiodo fisso di Casini si chiama Partito della Nazione

Pubblicato il 9 Novembre 2015 alle 10:53 Autore: Giuseppe Spadaro
casini, partito della nazione, il leader ex udc con montatura tra le mani e dietro la scritta partito della nazione

Il commento di Pierferdinando Casini all’iniziativa del centrodestra riunitosi ieri a Bologna a cui hanno partecipato Salvini, Berlusconi e Meloni. Per il l’esponente democristiano si è chiusa in Piazza Maggiore la “parabola ventennale” del centrodestra. Intervistato dal Corriere Casini afferma: “Devo riconoscere a Berlusconi una buona dose di realismo, prende atto che non ha più voglia di lottare. Basta che sia chiaro cosa significa tutto questo: Berlusconi oggi è l’ospite e Salvini il protagonista, in politica le liturgie contano, sono fatti. Berlusconi è stato sempre tutto e il contrario di tutto, ma è anche vero che con noi la destra fece dei passi da gigante e la Lega accettò una leadership moderata”.

Casini: “Partito della Nazione dobbiamo farlo noi”

Casini parla da settimane della necessità di costruire qualcosa di nuovo. “C’è un’area sempre più ampia che si riconosce nell’opera di Renzi, ma che non appartiene al Pd. Renzi si sta impegnando per trasformare il Pd. Sta facendo in Italia quello che Blair fece con i laburisti inglesi. Ma il Partito della Nazione dobbiamo farlo noi. I moderati che sostengono il governo non lo devono fare con la vergogna o sotto il tavolo come se si sentissero in colpa. Occorre ripartire da zero, con un nuovo contenitore, che ridia speranza a tutti quegli italiani che non possono riconoscersi nella piazza di Bologna”.

Casini: riunire Fitto, NCD, Scelta Civica

“Io non ho alcuna velleità. Lo dico a tutti coloro che sostengono Renzi ma che non sono nel Pd, a coloro che sono ancora perplessi, come Fitto. Credo che nei prossimi giorni si possa già dare vita a dei gruppi parlamentari, ma non possono essere la chiamata a raccolta dei vecchi partiti, non si tratta di partire da Ncd o Scelta civica o da altre aree. Occorre qualcosa di completamente nuovo, in cui la leadership si crea sul campo, aperto a tutti, politici e non, un Pdn che possa rappresentare una grande maggioranza di italiani. C’è tanta gente che apprezza Renzi ma che non ha intenzione di votare Pd. Non possiamo costringerla, per immobilismo, a farlo”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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