Riforme, Tremonti: “Il Senato non è un problema. Ecco perché la Costituzione è a rischio”

Pubblicato il 5 Settembre 2015 alle 10:22 Autore: Antonio Atte
giulio tremonti in primo piano

“Renzi ha posto la fiducia in Senato 40 volte in 18 mesi, Letta 10 volte in 8 mesi e Monti 38 volte in 15 mesi”. Lo sottolinea Giulio Tremonti, senatore del gruppo Gal, nel corso di un’intervista al “Corriere della Sera”. Per l’ex ministro dell’Economia “il sistema della fiducia ormai è costituzione materiale e non si torna indietro”. “Il rapporto tra governo e Parlamento – prosegue – è cambiatoma questo non dipende dall’esistenza del Senato, che secondo Tremonti, comunque, “si può anche eliminare”.

E’ un errore, rimarca Tremonti, attribuire al bicameralismo tutta la responsabilità della lentezza del processo legislativo. La questione del Senato non è quella prioritaria nel quadro delle riforme e ad essere a rischio è la Costituzione stessa: “Il punto centrale del testo è la riforma dello Stato, non del Senato. Bisogna evitare gli errori del 2000 – mette in guardia l’economista – quando la sinistra inventò il Titolo V sovrapponendolo alle leggi Bassanini e facendo insieme il decentramento dello Stato centrale e la federalizzazione dei poteri locali”.

Tremonti vede “un rischio confusionale. Se il Titolo V – spiega – ha moltiplicato i conflitti verticali tra Stato e regioni, qui c’è il rischio di conflitti orizzontali tra i due rami del parlamento. E gli incidenti peggiori nel funzionamento degli organi derivano da inerzia, più che da contrasti. Questa riforma del Senato sembra un orologio meccanico dove alcune rotelle non si incastrano con le altre”.

giulio_tremonti

Tremonti: “Costituzione più importante della legge elettorale”

“Spero ancora – aggiunge l’ex ministro – in un ragionevole compromesso. Voterei un Senato che sia elettivo, senza effetti labirinto nei rapporti tra i due rami. Il rischio che vedo è che dalla padella del Titolo V si finisca nella brace della seconda parte della riforma, dove il campo delle competenze di Palazzo Madama si configura come un’area di conflitti orizzontali”.

Ad ogni modo, Tremonti assicura che non scambierebbe il suo voto alla riforma con un’eventuale modifica all’Italicum che ripristini il premio alla coalizione: “La Costituzione è più importante della legge elettorale”, motiva l’ex numero uno di via XX settembre, anche se “la formula della coalizione sarebbe più organica e fisiologica”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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