Grecia: quando NO vuol dire SI

Pubblicato il 12 Luglio 2015 alle 10:54 Autore: Lorenzo Panizzari
tsipras, fotografia grecia

E’ passata una settimana dal referendum greco, e nulla sembra andare per il verso atteso.

Tsipras avrebbe dovuto uscire rafforzato dalla vittoria del NO, ma il rischio Grexit ha indebolito sia la Grecia che l’Europa.

Il NO si è trasformato prima in una ghigliottina per Varoufakis, e poi – per la necessità di trovare un accordo con i creditori sta diventando le Forche Caudine del Governo di Syrizia.

Gli aiuti che il 3 luglio ammontavano a 7,6Mld sono ora di 72Mld (10 volte tanto, seppur in 5 anni); le proporzionali richieste dei creditori mettono a nudo la debolezza economica e politica del Paese, mentre la divergenza a concedere aiuti evidenzia la fragilità politica dell’Unione.

L’austerity che la Grecia pianificava 10 giorni fa, oggi si annuncia più dura e più lunga, e quel piano che non incontrava il gradimento dei creditori per uno 0,5% del PIL è oggi più duro per i greci e più opaco per l’Europa.

Ieri notte l’Eurogruppo che avrebbe dovuto avvallare la permanenza della Grecia nell’Euro, non ha deciso – indice che non si fida (voi lo fareste?) e/o che le proposte sul piatto non convincono. Lascia così la palla alla conferenza di oggi dei Capi di Stato e Governo: la soluzione dovrà essere – giustamente – politica.

Ed alla politica si è richiamato anche Draghi lo scorso martedì, quando avrebbe potuto chiudere alla Grecia la liquidità di emergenza e spingerla fuori dall’Euro. Ma in questa storia la Moneta non è il virus, ma solo il termometro della crisi Politica dell’Europa, ed è quindi giusto che sia essa a rispondere.

Su cosa risponderà, o su cosa dobbiamo augurarci, qualunque risposta scatenerebbe un vespaio.

Avvallarne la permanenza significherebbe legittimare altri governi ad attuare medesimi comportamenti: tanto poi la scappatoia si trova.

Lasciarli uscire – oltre probabilmente a generare un problema umanitario – diventerà benzina del motore dei partiti populisti ed estremisti anti-Euro.

Auguri a chi oggi dovrà prendersi la responsabilità della scelta.

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L'autore: Lorenzo Panizzari

Lorenzo Panizzari, classe 1965, lavoro in ambito Operations nell’industria meccanica. Per aziende italiane, negli anni ’90 ho lavorato in Spagna e Germania, e nel 2010-13 a Shanghai. Iscritto all’università nell’ottobre 2005: lavorando ho conseguito la Triennale in Storia e Filosofia Contemporanea nell’aprile 2008 e la Magistrale in Sc. Politiche nel dicembre 2009.
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