Riforme, Renzi accelera su quella del Senato. Rai e Unioni Civili a rischio rinvio

Pubblicato il 6 Luglio 2015 alle 13:40 Autore: Andrea Frollà

Più che il calendario dei lavori del Parlamento, sembra il traffico di punta del Grande Raccordo Anulare di Roma. Le riforme del governo Renzi potrebbero arenarsi nelle varie votazioni: tra il disegno di legge sulla “buona scuola”, la riforma costituzionale del Senato, quelle della Rai, della Pubblica Amministrazione e delle unioni civili, il “governo del fare” del presidente del Consiglio Matteo Renzi rischia di tramutarsi nel “governo del rimandare”.

La priorità alla riforma del Senato – L’ingorgo di leggi che i due rami del Parlamento dovrebbero votare da qua alla pausa estiva dei lavori, che i presidenti di Camera e Senato Piero Grasso e Laura Boldrini dovrebbero fissare per l’8 agosto, potrebbe costringere l’esecutivo a rinviare alcune riforme. Su quella del Senato il ministro per i rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi ha più volte ribadito la ferma volontà di portarla a casa entro l’estate. Domani il ddl riprenderà il proprio iter nella Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, dove però maggioranza e opposizione sono in perfetta parità: 14 senatori da un lato e 14 dall’altro. Da Palazzo Chigi trapela ottimismo sul fatto di riuscire a far passare il testo, ma i problemi potrebbero arrivare nella votazione in Aula: la sinistra del Pd e i senatori pronti a seguire la linea del “no” dettata da Denis Verdini (Fi) rischiano di far saltare il banco.

renzi al parlamento europeo, con federica mogherini

Le riforme a rischio rinvio – È chiaro che i tempi stretti potrebbero obbligare il governo Renzi a sacrificare momentaneamente l’approvazione di altri testi chiave lungo la strada delle riforme. Se quella della scuola non dovrebbe essere a rischio, visto che domani inizia la discussione e il voto definitivo alla Camera arriverà a breve, i ddl a rischio rinvio sono dunque quelli sulla Rai ma anche quello sulle unioni civili, sul quale il Senato sembrava aver accelerato. Nonostante su entrambi sembra che la convergenza politica sia più trasversale, per l’esecutivo guidato da Matteo Renzi potrebbe essere il male minore.

Il tour de force delle prossime settimane – Oltre a scuola e Senato, urge l’approvazione della riforma sulla Pubblica Amministrazione, la cui legge delega dovrà essere approvata alla Camera per poi passare nuovamente all’aula di Palazzo Madama. Ci sono poi altri tre decreti su cui non sono possibili rinvii: il decreto legge post-Consulta sulla rivalutazione delle pensione (deve essere approvato entro il 20 luglio pena la decadenza), quello sugli enti locali e quello sul credito e i fallimenti, rispettivamente in scadenza il 23 e il 20 agosto. Con probabile buona pace dei ddl Rai e unioni civili. Non sarà dunque un caso che nell’intervista al Messaggero il premier Renzi abbia alzato il piede dall’acceleratore: «Bisogna far le cose bene, non correre per forza».

L'autore: Andrea Frollà

Andrea Frollà nasce a Roma l'11 Dicembre 1991, si laurea in Scienze Politiche all'Università di RomaTre. Da giugno 2013 lavora come giornalista free-lance per LaRepubblica Affari&Finanza, inserto economico del quotidiano LaRepubblica. Collabora con TermometroPolitico da maggio 2015 e si occupa di Politica, Economia ed Esteri
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