Pd, Speranza: “Abbiamo sbagliato su Jobs Act, scuola e Italicum”

Pubblicato il 27 Giugno 2015 alle 14:01 Autore: Antonio Atte
speranza

Le due questioni di fiducia poste dal governo sulla riforma elettorale e su quella della scuola, hanno contribuito a logorare ulteriormente i rapporti tra la maggioranza renziana e la sinistra del Partito Democratico: il braccio di ferro sull’Italicum, infatti, è stato uno dei motivi che hanno indotto Roberto Speranza a rassegnare le dimissioni da capogruppo Pd alla Camera.

Questa mattina, il deputato e leader di Area Riformista ha criticato aspramente le ultime prove di forza del governo nel corso del convegno “L’Italia che vogliamo, il Pd che vogliamo”.

Non si può abusare all’infinito del nostro senso di responsabilità”, ha affermato Speranza durante l’assemblea, alla quale hanno preso parte anche Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Guglielmo Epifani, Nico Stumpo, Davido Zoggia, Enza Bruno Bossio e Flavio Zanonato.

“Il Pd senza sinistra non può esistere e se perde se stesso consegna l’Italia alla destra ed ai populismi”, ha proseguito Speranza. “Non dobbiamo avere paura della parola sinistra: ne ho sentito parlare male di recente e dico a Renzi che se si continua così prima o poi vincerà la destra”.

Speranza: “Pd non può essere solo megafono premier”

Per il deputato lucano, “il Pd non può essere solo il megafono di Palazzo Chigi”. “Penso che abbiamo una grande leadership, ma una grande leadership da sola non basta: abbiamo bisogno di un partito e di una comunità forte” e dobbiamo “far capire che il Pd non è solo Matteo Renzi”, ha aggiunto.

speranza bersani italicum

Per quanto riguarda le primarie, Speranza riconosce che “sono uno strumento importante ma alcune volte non hanno funzionato. Vanno regolate meglio a partire da albi affidabili degli elettori. Ma non sarei d’accordo a dire che sono il passato e vanno cestinate, sono uno strumento prezioso. Sento dire – ha aggiunto – meno primarie per la scelta dei sindaci e più primarie per le nostre scelte. Ma io farei esattamente l’opposto, meno primarie sugli organismi di partito e più primarie per scegliere i candidati alle istituzioni”.

Speranza: “L’Italicum va cambiato”

Secondo Speranza, il Pd ha commesso tre errori: “Abbiamo pensato di governare il Paese dividendolo. Abbiamo sbagliato su Jobs Act, scuola e legge elettorale. Le riforme vanno fatte, e noi ci siamo”. Ma l’ex capogruppo ha spiegato: “Anche D’Alimonte dice che l’Italicum va cambiato. Noi l’avevamo detto, io per questo mi sono dimesso da capogruppo alla Camera. Questa legge elettorale sbagliata è un errore gravissimo, può provocare un vero e proprio disastro. Chiediamo di ripensarci per l’Italia. Ma se la legge elettorale resta questa, la riforma costituzionale così com’è non va, è indispensabile cambiarla”.

Sulla posizione del sindaco di Roma, Ignazio Marino, Speranza non ha dubbi: il primo cittadino della Capitale “ha le carte in regola per andare avanti ma il Pd deve sostenerlo tutto insieme e senza tentennamenti”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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