Lega Sud, il partito svizzero che avvicina Ticinesi ed Italiani

Pubblicato il 3 Aprile 2015 alle 15:20 Autore: Leonardo Cecchi

La Lega Sud, il nuovo soggetto politico ticinese che vede nell’Italia e nella Lombardia speranza ed opportunità reciproche

Eccettuate le collettività di emigranti ed oriundi, la più grande comunità etnicamente e linguisticamente italiana all’estero si trova a Sud delle Alpi ma a Nord del confine della Repubblica italiana, e si incunea nel nostro Paese in maniera geograficamente innaturale, giacché sostanzialmente delimitata da confini artificiali e non naturali. Parliamo del Ticino, cantone italiano della Confederazione svizzera conteso tra una recente identità svizzera ed una storica appartenenza a quella italiana.

Il Ticino, specialmente negli ultimi vent’anni della sua storia, sembra aver quasi interamente rigettato la vicinanza culturale con l’Italia, giacché con la fine la fine della Guerra Fredda ed i mutamenti economici sopraggiunti negli anni Novanta, per il Cantone elvetico è iniziato lo spauracchio di un’Italia sempre più povera con il cattivo vizio di spedire decine di migliaia di frontalieri (che sono sempre esistiti, solo che prima quando c’era ricchezza non davano problemi) dentro i propri confini.

Come sempre avviene, le paure delle gente si tramutano presto in pensiero politico; a sua volta poi, il pensiero politico, in un sistema democratico, viene spesso incanalato in una forza partitica: nel nostro caso la Lega dei Ticinesi, il partito regionalista che nel 2011 ha ottenuto il 29% dei consensi nel cantone italiano. Modellata sullo schema dell’italica Lega Nord, quella dei ticinesi annoverava ed annovera tra le sue priorità la difesa dell’identità elvetica del Ticino, nata quando i cantoni tedeschi decisero che qualche goccia del fiume di denaro derivato dagli introiti bancari poteva andare anche ai ticinesi. E la difesa di questa identità, per la Lega dei Ticinesi, è sempre passata attraverso idee molto forti, in genere poco italofile. Una delle ultime, al tempo dell’allora vivo e vegeto Bignasca (fondatore del partito), era quella di costruire “un muro che ci separi dall’Italia”.

lega sud

Oggi, all’alba del 2015, una nuova forza politica ticinese sembra invece porsi in maniera diametralmente opposta a questa parola d’ordine, volendo altresì mettere un freno a questa deriva svizzerocentrica (o germanocentrica, direbbe qualcuno) del Ticino, rilanciando invece gli storici rapporti con l’Italia e la Lombardia, regione quest’ultima dialettalmente e culturalmente madre del Ticino. E’ la Lega Sud, soggetto politico che per ragioni culturali e linguistiche, ma anche economiche, vede un’opportunità di riscatto a Sud delle Alpi, verso l’Italia, e non a Nord, verso i cantoni tedeschi.

Interessati da questo progetto politico, che si incunea in uno scenario politico molto particolare, giacché unica forza svizzera che vuole rilanciare con forza la vicinanza italo-lombarda con il Ticino, ne abbiamo intervistato il presidente, Luciano Milan Danti, fondatore della Lega Sud.

Presidente, ci può dire come  nasce l’idea di fondare un partito che non solo non costruisce una linea politica sulla paura dell’altro (italiano) come molti in Ticino fanno, ma che al contrario cerca anzi di darsi una progettualità ed una credibilità politica basandosi sul concetto di avvicinamento diretto verso chi è considerato straniero pur parlando la stessa lingua dei ticinesi?

L’idea di fondare Lega Sud mi aleggiava in testa già da tempo, l’esigenza di fare qualcosa di concreto per il bene del territorio era sempre più forte in me e all’inizio ho provato a realizzare questi miei buoni propositi collaborando con partiti radicati da tempo nel territorio, ma il loro modo di fare politica non rientra nei miei schemi etici e morali e per questo ho voluto fondare Lega Sud. Per me fare politica significa risolvere i problemi dei cittadini e tutelare in territorio che ci circonda, il benessere dev’essere dunque sempre al primo posto e i problemi non si risolvono costruendo sentimenti di odio e paura verso i lombardi che sono nostri fratelli; parliamo la stessa lingua, lo stesso dialetto, respiriamo la stessa aria e siamo divisi da un recinto artificiale ridicolo dato dal caso. Quando parlo di Lombardia non mi riferisco alla Regione Lombardia intesa come regione amministrata e regolamentata da leggi italiane, ma mi riferisco a quella Lombardia con un’omogeneità culturale che comprende appunto anche il Canton Ticino; mi riferisco al territorio che ci accomuna senza “guardare la burocrazia”. La Lombardia Storica e’ vasta e comprende, oltre al Ticino, parte del Piemonte e parte del Canton Grigioni. Parlo di storia e di antica geografia, di cultura di tradizioni e di lingua. La Lombardia merita un movimento politico che protegga la sua bellezza, cioè la sua magnifica è grandiosa cultura.

Visti i mutamenti economici che l’Europa sta vivendo, e tenuto anche in considerazione il fatto che la roccaforte bancaria svizzera sta progressivamente cambiando, quali prospettive vede in un avvicinamento tra il Ticino e la Lombardia? Quali sono i vantaggi e le opportunità economiche che italiani e ticinesi potrebbero reciprocamente ricavare da un maggiore contatto?

Se collaborassimo con la Reg. Lombardia aumenterebbero le risorse economiche e lavorative ticinesi. Insieme possiamo davvero sfruttare al meglio le risorse esistenti e crearne di nuove. Il segreto bancario in Svizzera non esiste più, e si potrebbe quindi trarre nuova linfa dalla rete industriale lombarda (tra le migliori d’Europa) dove le banche svizzere potrebbero cominciare a prestare soldi con le migliori garanzie.

La Reg. Lombardia è ricca di industrie, il Ticino di Banche! Sarebbe una collaborazione tra le più fruttuose al mondo! Poi la Reg. Lombardia offre un vasto settore alberghiero, centri commerciali; è inoltre una miniera d’oro anche per quanto riguarda il turismo, grazie ai laghi e ai monti e anche grazie ad altre innumerevoli attrazioni. Una collaborazione trans-frontaliera risolverebbe anche il problema della disoccupazione…facendo girare l’economia i frontalieri non avrebbero più bisogno di cercare lavoro in Ticino perché troverebbero lavoro a Como o a Varese e anche la disoccupazione ticinese diminuirebbe notevolmente.

Se vuole, di dia una prospettiva politica a medio termine. Intendo un obiettivo, anche ambizioso, che la Lega Sud si prefigge di raggiungere per il Ticino ed i ticinesi.

Lega Sud si è prefissa molti obiettivi, uno di questi è sicuramente quello di cambiare il sistema politico che da troppo tempo attanaglia il Ticino. Pretendiamo più attenzione da parte del Governo nei confronti del nostro Cantone e per ottenerla siamo disposti anche ad intervenire proponendo il distaccamento del Canton Ticino da Berna, come chiaramente specificato anche nei punti del programma elettorale di Lega Sud. Questo passo non è utopia, bensì cosa fattibile. Non sto dicendo che vogliamo ciò, dico solo che se fosse l’unica soluzione saremmo disposti a impugnarla.

Sappiamo che in Ticino si sta avvicinando una tornata elettorale, che per voi rappresenta la prima grande prova politica. Dunque, come vi state organizzando? C’è poi un appello che vorrebbe fare agli elettori ticinesi? Un motivo per il quale votare la Lega Sud e non, ad esempio, quella dei Ticinesi.

Ci stiamo avvicinando alle elezioni, dove io sono addirittura candidato al governo ticinese e anche come parlamentare, e ci presentiamo per la prima volta: più che una grande prova per noi è allora un inizio. Non siamo alla spasmodica ricerca del “cadreghino”, per noi adesso l’importante è cominciare, diffondere le nostre idee e le nostre intenzioni e il nostro obiettivo è sicuramente la tornata elettorale che ci sarà tra quattro anni, perché Lega Sud andrà avanti indipendentemente da risultato di queste elezioni. Poi ci saranno le comunali tra un anno esatto, e li entreremo come piccoli arieti che costruiranno, appunto, basi fortissime per le prossime elezioni cantonali tra quattro anni. Ma ci sono persone che mi dicono che già a queste elezioni ho molte buone possibilità di entrare come parlamentare (gran consigliere). Non amo fare appelli e chi ha letto il programma di Lega Sud, visibile anche su www.legasud.ch, sa chi siamo e cosa vogliamo. Quindi ai ticinesi dico solo: dite basta a chi da anni vi promette tripli salti mortali con avvitamento ma poi vi lascia sempre al punto di partenza… il mio impegno è serio e mosso dalla passione e dall’amore per il Ticino: io ci metto il cuore, voi metteteci la fiducia… ed il cuore vince! Dell’altra lega del cantone non parlo, il loro porsi nel confronti dei cittadini e i loro valzer dell’incoerenza si commentano da soli… io penso alla mia Lega Sud che è la lega del fare, non del dire…