Politica in pillole: brevi news dell’8 novembre

Pubblicato il 8 Novembre 2014 alle 17:54 Autore: Redazione
silvio berlusconi forza italia

Pillole politica 8 novembre

Legge elettorale, riforme, rischio di elezioni anticipate, manifestazione degli statali, rapporto tra politica e mafia. Una carrellata di brevi notizie politiche da leggere tutte d’un fiato per chi non ha tempo di informarsi.

Legge elettorale, Serracchiani (PD): ultimatum a Berlusconi e appello al M5S

“A Berlusconi diamo un tempo per decidere sulle riforme, perché il Paese ha fretta. Il Pd ha giocato a carte scoperte però bisogna andare verso l’approdo. Non c’è un piano B”. A parlare è Debora Serracchiani, intervistata da La Repubblica. E aggiunge: “Il Paese non può aspettare. Noi come Pd abbiamo il dovere, e il governo ha la responsabilità, di andare fino in fondo e fare le riforme che servono”. Il governatore del Friuli apre al M5S: “Noi abbiamo cercato un dialogo fin dall’inizio con i 5Stelle. Molto spesso, anzi quasi sempre, abbiamo avuto porte in faccia più che aperture. Ci auguriamo a questo punto che, come è accaduto per la Consulta e il Csm, i 5Stelle si assumano le loro responsabilità, visto che siedono in Parlamento e speriamo che anche loro superino le loro divisioni interne e i loro imbarazzi”. Chiusura invece sull’ipotesi di elezioni anticipate: “L’ obiettivo è arrivare al 2018, completare la legislatura abolendo il Senato e introducendo il Senato delle autonomie”. Maggiori disponibilità invece sulle modifiche all’Italicum: “Noi siamo pronti, anche rispetto ad alcune modifiche che possono essere apportate al testo e che magari ampliano la condivisione all’interno del Parlamento. Ad esempio per quanto riguarda le soglie e il premio di maggioranza”.

Riforme, Guerini (PD): “Chi vuole confrontarsi è il benvenuto”

“Non stiamo cambiando opinione e anzi siamo stati sorpresi dall’ atteggiamento di Berlusconi, che ci è sembrato più preoccupato per gli equilibri del suo partito che per le riforme di cui il Paese ha bisogno”. L’accusa arriva dal vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, intervistato dal Corriere della Sera. “Noi vogliamo chiudere l’accordo politico sulla legge elettorale la prossima settimana e ci sono tutte le condizioni per farlo”. Guerini allarga gli orizzonti e punta ad ampliare il consenso sulle riforme, da fare “con chi vuole starci. Chi vuole assumersi la responsabilità del confronto è benvenuto”. Un messaggio lanciato ovviamente al M5S: “Il voto sulla Consulta è stato significativo”.

Legge elettorale e riforme, le critiche di Romani e Brunetta (FI)

“Non è ragionevole che Renzi immagini di trovare un accordo coi grillini. Sono convinto che il premier voglia che il patto del Nazareno regga”. A parlare è Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, intervistato dal Corriere della Sera. E avverte: “Nell’accordo tra Pd e Forza Italia sulle riforme non c’è soltanto la legge elettorale ma anche la riforma del Senato, passata con i voti decisivi di FI. Le trattative funzionano così. Non possono aspettarsi da noi che tutti gli incontri Renzi-Berlusconi finiscano a tarallucci e vino. Stavolta c’è stato da discutere ma sono certo che arriveremo a un accordo”. Più duro l’altro capogruppo forzista, Renato Brunetta, presidente dei deputati di FI intervistato dal Mattino: “Renzi ha bloccato da otto mesi l’Italicum e dunque è evidente che se c’è qualcuno che ha perso tempo è proprio lui”. L’accusa è netta: “Almeno nove volte si sono presentati al tavolo delle trattative con nuove richieste e interventi da apportare alla legge elettorale. Tutte volute unilateralmente dal premier. Ora dice che vuole farne altre tra cui quella relativa al premio alla lista e non alla coalizione. Non è proprio roba da poco anche perchè conduce al bipartitismo e non al bipolarismo”. Brunetta liquida così l’ipotesi di intesa tra PD e M5S: “Ma a Renzi non gli è bastata l’esperienza Bersani? A questo punto che faccia come crede noi gli diciamo semplicemente auguri…”.

Legge elettorale, i paletti di Berlusconi

Via libera al premio di maggioranza di lista, ma ad una condizione: sbarramento al 5%, i capilista bloccati e, soprattutto, precedenza alla trasformazione del Senato in Camera non elettiva. In modo da evitare il voto nel 2015. Questa sarebbe la controproposta di Berlusconi a Matteo Renzi, secondo quanto evidenziato dal quotidiano La Stampa. Una strategia che permetterebbe al leader forzista di frenare l’agitazione all’interno del proprio partito, sempre più scettico nei confronti del Patto del Nazareno. In attesa di giovedì, quando ci sarà la riunione dei gruppi parlamentari, nella quale il dissenso – capeggiato da Raffaele Fitto – potrebbe esplodere definitivamente.

Politica e criminalità, la denuncia di Orlando: “Voto Comunali 2007 manipolato da mafia”

“È stata consentita una organizzazione scientifica criminale mafiosa che ha falsato le elezioni comunale del 2007: ci sono stati brogli in un terzo dei seggi. C’è stata una sospensione della democrazia e una manipolazione del voto nell’inconsapevolezza degli elettori. Quella del Tar è stata una sentenza coraggiosa. Chiederò al segretario generale di predisporre una relazione per riferire non solo al sindaco ma anche alla Procura”. Parola di Leoluca Orlando, intervenuto in conferenza stampa a Palermo, città di cui è sindaco. E rivendica il successo, dopo la sentenza del Tar secondo cui le elezioni comunali del 2007 andavano annullate per brogli in alcuni seggi: “Siamo di fronte a una sentenza che fa stato. Questa è una battaglia che ho condotto in solitudine. Qui è in discussione la libertà di voto. Non è possibile chiudere bocche, occhi e orecchie come hanno fatto tante forze politiche paramafiose, nonostante vi siano stati atti parlamentari e atti ispettivi”.

Sciopero statali, 100 mila in piazza

“Basta fare i dilettanti, senza risposte avanti continueremo la mobilitazione fino allo sciopero”. A parlare è Susanna Camusso, leader della Cgil, a margine della manifestazione nazionale degli statali a Roma – contrassegnata dallo slogan #Pubblico6tu – che da piazza della Repubblica porterà i lavoratori fino a piazza del Popolo. Dipendenti pubblici di Cgil, Cisl e Uil uniti per un obiettivo preciso: il contratto degli statali va sbloccato e rinnovato. Alla Camusso fa eco Anna Maria Furlan, neo segretario della Cisl: “Spero che questa grande manifestazione basti a sturare le orecchie al governo, che deve ascoltare le richieste dei lavoratori pubblici”. Soddisfatta Rossana Dettori, di Fp-Cgil: “Una risposta così massiccia erano anni che non la vedevamo”. Poi l’accusa verso il ministro Marianna Madia: “Troppi slogan e pochi fatti, la staffetta generazionale produrrà al massimo 500 nuove assunzioni e non 15mila come promesso”.

L'autore: Redazione

Redazione del Termometro Politico. Questo profilo contiene articoli "corali", scritti dalla nostra redazione, oppure prodotti da giornalisti ed esperti ospiti sulle pagine del Termometro.
Tutti gli articoli di Redazione →