Jobs Act, Speranza avverte Renzi: “Deputati non sono passacarte, testo va cambiato”

Pubblicato il 3 Novembre 2014 alle 18:09 Autore: Annalisa Boccalon
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Il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, mette in guardia l’esecutivo sul Jobs Act e scongiura l’ipotesi dell’ennesima fiducia. “Il Parlamento non può essere ridotto a passacarte. L’ho già detto alla direzione del partito”. Secondo Speranza va costruito “un ponte fra le istanze che in questi giorni stanno arrivando dalle piazze, dalla società, e le decisioni del governo che, legittimamente, vuol modificare alcune regole del mercato del lavoro”, un ponte che passa per il Parlamento, “con una discussione che non può finire congelata. Vogliamo negare la funzione stessa dell’istituzione?” si domanda polemico il capo dei deputati dem.

Speranza invita poi a “ripartire dall’ordine del giorno che era stato approvato dalla direzione del Pd, e che prevede la tutela dell’articolo 18 anche per i licenziamenti disciplinari”. E se il governo ponesse la fiducia? “Vedremo dopo, quando e se verrà posta. Intanto, mandiamo avanti il confronto in commissione”. Sull’ipotesi di un nuovo partito della sinistra con a capo Maurizio Landini, “il presente e il futuro della sinistra resta il Pd, la scissione non esiste, smettiamola di evocarla”.

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Di Jobs Act parla anche il viceministro dell’Economia Enrico Morando, che parla di potenziamento di welfare e ammortizzatori sociali. “Già nella Legge di Stabilità – spiega – c’è un potenziamento degli ammortizzatori sociali ma soprattutto abbiamo stabilito che sui nuovi assunti con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti ci sarà la fiscalizzazione totale degli oneri contributivi. Una potentissima riduzione dei costi per l’impresa che assume. La delega sul lavoro è una parte ma senza risorse rischiamo che la montagna di una discussione ampia e complessa come questa partorisca un topolino di nuovi posti di lavoro” .

Relativamente alle misure a favore delle imprese, Morando dichiara: “Abbiamo tolto dalla base imponibile dell’Irap il costo del lavoro. Un incentivo molto grande, rispetto ad oggi direi un risparmio vicino al 40 per cento”.