L’avvertimento della sinistra PD a Renzi: “Niente uomini soli al comando, serve pluralismo”

Pubblicato il 9 Settembre 2014 alle 11:10 Autore: Emanuele Vena
guglielmo epifani

Continuano le polemiche da parte della sinistra PD sull’operato del governo Renzi. Dopo le stoccate dell’ex premier D’Alema e dell’ex segretario Bersani e il rifiuto di Civati di entrare nella segreteria del partito, arrivano i commenti di altri esponenti di spicco del partito appartenenti alla cosiddetta ala bersaniana, uscita sconfitta dall’ultimo congresso.

EPIFANI E IL PLURALISMO – “Un partito che raccoglie così tanti voti non può che essere un luogo plurale. Le conseguenze del discorso di Renzi sono almeno un paio. Uno: occorre riconoscere al Pd un ruolo di cerniera fra le scelte del governo e la funzione dei parlamentari. Due: se è una cerniera, bisogna riconoscergli un’autonomia che in questi mesi è stata sacrificata al lavoro del governo”. A parlare è l’ex segretario Guglielmo Epifani, intervistato dal quotidiano ‘La Stampa’.  Parlando di Renzi e delle tendenze ad avere un uomo solo al comando, Epifani sottolinea: “Siamo in una fase della storia in cui prevale quel modello di partito. Ora al Pd, con quell’enorme serbatoio di consensi, tocca dimostrare di poter essere qualcosa di diverso”.

cuperlo

CUPERLO E IKEA – Netto il giudizio di Gianni Cuperlo, lo sconfitto alle ultime primarie democratiche, intervistato da ‘Repubblica’: “Il governo ha fatto cose buone ma si ha presente l’Ikea? Porti a casa un mobile smontato e devi montarlo. Nell’elenco di quelle riforme molti vedono ancora la scatola imballata e a quelli non puoi dire ‘abbiamo arredato casa’. Devi spiegare cosa dai oggi e come immagini il paese tra 5 o 10 anni, dove lo porterai”. E aggiunge: «Preferivo lo slogan ‘adesso’, gliel’ho anche invidiato a Renzi che ora ha scelto il più moderato ‘passo dopo passo’. Ho l’impressione che bisogna osare”. Cuperlo difende però l’idea degli 80 euro e di riformare scuola e giustizia: “La strada è giusta”. Ma avverte Renzi: “attenzione a un partito ridotto a macchina elettorale al servizio dei singoli”.

NON SOLO SINISTRA – Ma i malumori arrivano anche dal centro. E’ Beppe Fioroni ad esprimersi a proposito del dibattito sul tentativo di costruire una segreteria unitaria. “Non sono un ragazzo del coro” è il pensiero di Fioroni, citando Carlo Donat Cattin ai tempi della segreteria DC di De Mita. E aggiunge: “Chi lo disse amava difendere principi e valori essenziali, irrinunciabili oggi per non impoverire e snaturare il Pd. Visto il dibattito, non serve alla segreteria un applauso di centro rinunciatario dopo quello di sinistra: meglio l’autonomia coerente, libera e leale”.

ARTICOLO 18 – Da Epifani e Cuperlo arriva anche un giudizio sulla questione dell’articolo 18, rilanciata ieri dal ministro Guidi. “Vedo il riemergere di un’offensiva ideologica che immaginavo superata: la discussione non può ridursi per l’ennesima volta al tentativo di togliere l’articolo 18”, è il pensiero dell’ex segretario. Critico anche Cuperlo: “sull’articolo 18 chiedo: la linea è quella della ministra Guidi e di Marchionne o quella di chi dice ‘ripartiamo da politiche redistributive e dalla creazione di nuovo lavoro?'”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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